Gli esperti chiedono aumento di controlli e sanzioni a fronte di una scelta di dare respiro a negozi e ristoranti. Torna il dibattito sulla scuola.
È dalla Calabria che riparte il confronto tra il governo e le regioni in vista delle prossime decisioni che l’esecutivo dovrà prendere riguardo le misure anti-Covid. Sul tavolo della riunione a cui parteciperanno il ministro degli Affari regionali Boccia e i governatori e che si terrà nella sede della regione a Catanzaro i fondi previsti dal nuovo dl ristori e la possibilità di nuove assunzioni nel personale sanitario extra-bilancio, ma anche i parametri tecnici decisi con il metodo della ‘zonizzazione’.
I governatori sono in pressing per le riaperture. “È comprensibile che un territorio voglia uscire dalla zone rosse, ma serve prudenza”, la linea di Speranza. L’Rt deve scendere sotto l’1. “La situazione e’ molto seria e non puo’ essere sottovalutata”, ribadisce il ministro della Salute, “sono ancora numeri imponenti, sarebbe un errore grave abbassare la guardia”.
In attesa del vaccino (partirà una campagna di persuasione, non sarà prevista l’obbligatorietà) che arriverà a fine gennaio “non c’e’ alternativa ai sacrifici” legati alle misure restrittive. Dunque nessun cambio di direzione: “Sulle terapie intensive c’e’ una pressione molto forte, guai a sottovalutarla”.
Cosa ci aspetta? “Un Natale diverso, molto più sobrio, dovremo ridurre i contatti, evitare gli spostamenti non essenziali”. Ci si potrà muovere solo tra regioni in fascia gialla. “Dovremo valutare i dati dei prossimi giorni e prendere decisioni ponderate”, la premessa di Speranza. Il primo ‘step’ e’ quello del 27 novembre, con la possibilità che Piemonte e Lombardia escano dalla zona rossa.
Ma al di là del cambio di colore di alcune regioni si tornerà a discutere soprattutto sul nuovo Dpcm previsto dopo il 3 dicembre. È stato istituito il comitato tecnico che dovrà valutare l’eventualità di modificare i criteri di assegnazione delle zone a rischio ma la volontà dei presidenti di regione di arrivare ad un allentamento delle norme in vigore si misurerà con i dati e con il monito del Comitato tecnico scientifico di evitare un ‘liberi tutti’.
Gli esperti chiedono che la decisione di ridare respiro alle attività commerciali e al comparto della ristorazione si accompagni con l’aumento dei controlli ed eventualmente delle sanzioni per evitare il pericolo di assembramenti davanti ai negozi. L’obiettivo del governo è di non permettere che ci sia una terza ondata, per questo motivo si punta ad un Natale in famiglia (no cenoni ne’ feste) con la previsione di una una nuova stretta, se sarà necessario, a ridosso del 25 dicembre. Le scelte quindi saranno compiute in base al valore dell’Rt e della situazione nelle terapie intensive (28.337 i nuovi positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore, in calo rispetto ai 34.767 casi registrati ieri, ma con quasi 50.000 tamponi in meno mentre Il tasso di positività e’ leggermente in aumento, al 15,01%).
Ma all’interno dell’esecutivo torna il dibattito sul tema della scuola. “È falso, che al Ministero dell’Istruzione si dà ormai per scontato che anche a dicembre tutti gli studenti resteranno a casa”, mette a verbale il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Italia viva si schiera al suo fianco. “Prima di ragionare di come sarà il cenone possiamo dire che riapriamo i licei?”, afferma Renzi mentre Di Maio invita a non alimentare la tensione: “La ministra Azzolina ce la sta mettendo tutta per garantire il regolare svolgimento delle lezioni. Ed e’ premura di tutto il Movimento 5 Stelle far riaprire le scuole”, sottolinea il responsabile della Farnesina.
Sullo sfondo c’e’ fibrillazione anche sul piano del governo per il ‘Recovery plan’ e sulla possibilità di rivedere la composizione dell’esecutivo dopo la legge di bilancio. “Il tema di rafforzare la squadra di governo c’e’ anche se non si allarga la maggioranza. Noi dobbiamo uscire da questa fase di emergenza con una squadra più forte perché ci sono da spendere 200 miliardi di euro da gestire per i prossimi 30 anni”, osserva ancora Renzi.
“Bisogna definire obiettivi chiari di fronte al Paese, questo consente meglio di resistere all’assalto della diligenza. Io non credo che i ministeri, per come sono attualmente strutturati, siano funzionali a gestire questo passaggio come quello che abbiamo di fronte”, sottolinea Orlando. Qualora ci fossero ritardi sulla presentazione dei progetti “credo che stia al presidente del Consiglio dettare la tabella di marcia”, sostiene il vice segretario del Pd che chiede, al pari del Movimento 5 stelle, una legge sulle lobby.
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