di Giovanni Loche
……………………………………………………………..
A preoccupare il campolargo – che tende sempre più a restringersi – è la decisa contrazione dell’ex partito di Grillo, che continua a perdere consensi. Nessun segnale di risveglio per Renzi che rimane ancorato al dato pre-natalazio, mentre Calenda registra qualche sia pur minimo segno di vitalità. Stabile l’accoppiata Verdi-Comunisti che ancora qualche piccolo tornante e si ritroveranno tra non molto a contendere la seconda piazza del campolargo proprio ai contini del movimento che fu di Peppe Grillo.
Per quanto riguarda il centro destra a trazione meloniana l’unico elemento degno di nota (ma non di poco conto) è il sorpasso che ha messo in atto il partito guidato da Matteo Salvini ai danni di Forza Italia, certo solo pochi decimali, ma che nella logica delle posizioni preoccupa non poco il partito creato da Silvio Berlusconi. Probabilmente il motivo è da ricercare nella netta presa di posizione di Tajani a favore della ben nota vicenda dello Ius Soli, gli ultimi accadimenti di Milano sulle manifestazioni anti italiane dei giovani immigrati di seconda generazione in Piazza Duomo hanno indispettito non poco l’elettorato tradizionale del centro destra.
Nel dettaglio: Fratelli d’Italia: 30,4% – Pd: 21,2% (-0,1%) – M5S: 10,4% – Lega: 8,6% – Forza Italia: 8,5% – AVS: 6% – Azione: 3,2% – Italia Viva: 2,5%.
In casa democratica assume un peso significativo il tema, attuale, dell’impegno dei cattolici in politica: un ritorno di “coscienza” che ha visto gli ex margheritini convocare ben due manifestazioni in contemporanea per il prossimo 18 gennaio a Milano e a Orvieto. Da una parte i protagonisti di Comunità Democratica saranno Del Rio, Prodi e Castagnetti a sponsorizzare l’entrata in pompa magna dell’esattore Ernesto Maria Ruffini, fresco dimissionario dalle Agenzie delle Entrate. Dall’altra ci sarà la stantia Libertà Eguale di Paolo Gentiloni assistito da Ceccanti, Tonini e Morando, che a vederli bene sembrano piuttosto quei cultori del Wandering, cioè la moderna arte di andare senza meta in cerca di qualcosa.
La verità è che il centro cristiano di derivazione margheritina non riesce più a trovare una sua logica esistenza nell’area dei democratici a trazione “postcomunista”; lo spazio per incidere in un’area che oramai non ha nessuna motivazione a difendere le istanze del moderatismo cattolico di sinistra, si restringe in modo inesorabile. La forte dinamica neomassimalista data dalla Shlein al PD non lascia spazi di manovra politica ai post prodiani né a Gentiloni e ai suoi compagni di “disavventura”. Maggiori chance sembra avere l’intuizione del “campo” definitosi in modo evocativo Comunità Democratica perché ricca di significati storici di non poco conto.
Del resto a sponsorizzare, neppure più velatamente, il modello neo-olivettiano tanto caro al mondo ACLI, c’è proprio il massimo esponente delle Associazioni dei lavoratori cattolici, il presidente Emiliano Manfredonia. Naturalmente, nulla di certo, né di definitivo, ma intanto la certezza è che qualcosa si muove nel magmatico, e per troppo tempo sopito, centro cristiano democratico italiano. Nella consapevolezza, quasi granitica, che con la caduta dei Cinquestelle, non si potrà costruire alcun campolargo degno di contendere la leadership politica al centrodestro, che nel frattempo diventa sempre più ad immagine e somiglianza meloniana.
Commenti recenti