STORIA, MARE CRISTALLINO, SPENDIDE SCOGLIERE E PIATTI TIPICI A BASE DI INGREDIENTI NATURALI, SAPIENTEMENTE CUCINATI SECONDO RICETTE TRADIZIONALIE ACCOMPAGNATI DA VINI PROFUMATI. NON RESTA CHE PRENOTARE UN TAVOLO PER DUE A LUME DI CANDELA E ABBANDONARSI ALL’OBLIO IN QUESTO ANGOLO DI PARADISO.
Non basteranno mai le parola per desctivere un’oasi naturalistica di così rara bellezza come quella che si può incontrare a Capo Vaticano, meta obbligatoria lungo le antiche rotte di navigazione dei Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni. Oggi la Calabria tirrenica, pur osservando il fascino della natura incontaminata, è soprattutto un’ambita meta turistica. Le alti pareti a picco sul mare offrono una serie infinita di splenditi anfratti, spiaggette, scogliere di granito e calcare circondate dalla tipica macchia mediterranea, prezioso riparo per gli uccelli che scelgono questi luoghi incontaminati per sostare o nidificare.
I fondali marini di Capo Vaticano sono di una bellezza quasi commovente: l’acqua cristallina, ricca di flora e di specie ittiche, ogni giorno offre ai sub spettacoli mozzafiato. Li vicino, arroccata su uno sperone di roccia a picco sul mare, si adagia placida la città di Tropea, le cui origini ancora oggi sono in parte avvolte dal mistero. Pare si sia sviluppata con i Normanni e successivamente con gli Aragonesi; grazie al suo attivissimo centro marinaro e alla sua efficiente flotta, tenne rapporti commerciali con tutti i paesi del Mediterraneo. Bellissime le cattedrali e le chiese gelosamente conservate nella cittadina, come quella dedicata alla patrona, la Madonna di R o m a n i a , r i s a l e n t e all’anno Mille, o la suggestiva chiesa di Santa Maria dell’Isola che sorge su di una penisoletta ai piedi della città.
Tropea è senza dubbio una delle mete turistiche più ambite non solo della Calabria ma di tutta Italia. In questi luoghi in parte ancora incontaminati, oltre a l t u r i s m o , a n c h e l’agricoltura ha una sua importanza: chi non conosce la dolcezza e la fragranza della famosa cipolla o della lattuga gigante di Tropea? Per non parlare della pesca, della raccolta del corallo, delle olive, dell’uva e dei profumatissimi agrumi. La gastronomia calabrese rispecchia le caratteristiche ambientali e la conformazione territoriale di “terra aspra”: i piatti tipici locali utilizzano ingredienti “poveri”, semplici e aromatici, preservati da una lunga tradizione contadina e marinara. La coltivazione del peperoncino, la “spezia dei poveri” rende vivaci e inconfondibili i piatti più semplici. Da ricordare anche i formaggi, come il Caciocavallo silano, la Provola a pasta filata e la Ricotta pecorina secca; e poi come dimenticare i salumi di questa terra, in primis la N’duja, la Soppressata calabrese dolce, e ancora i liquori alla liquirizia o a base di limone e di bergamotto. Ma la Calabria, non bisogna dimenticare, è terra di ulivi secolari che regalano a questa terra degli oli dai profumi intensi e dai sapori corposi, da cui nascono conserve, creme e salse strepitose. E ancora: spezie, aromi, pane e paste … il tutto accompagnato da vini DOC di alta qualità provenienti da vitigni autoctoni che hanno dimostrato di avere carattere e personalità di notevole valore.
LA CANTINA SCELTA PER VOI: “VINI BRIGANTE”
La viticoltura è un affare di famiglia che ha inizio alla fine del 1800 con il nonno Giuseppe, e poi con papà Cataldo, antesignano e artefice degli odierni vigneti che armato di solo aratro e un solo cavallo, ha impiantato quelli che sono diventati i Vigneti Brigante. Gli stessi che oggi sono coltivati con impegno e passione dagli eredi Carè: Enzo Sestito e Stefania. Ci troviamo nel cuore della Calabria più antica, immersi in un paesaggio che seduce e avvolge qualsiasi viandante che nel silenzio di queste alture che hanno fatto la storia della DOC Cirò in provincia di Crotone, si imbatte nelle Vigne Brigante che si estendono per circa 10 ettari di colline accarezzate dalle dolci brezze marine dello Ionio e dalle fresche correnti che si distendono lungo i fondovalle della Presila. Cirò è terra vocata alla viticoltura storica; ed è qui che i fratelli Carè nella loro azienda “Brigante” allevano principalmente i due vitigni autoctoni per eccellenza del luogo: il Gaglioppo e il Greco bianco. La stessa passione e il medesimo amore dei tempi passati, dei loro avi che davano vita ai loro vini dal carattere unico e dalla tipologia “caratteristica”, in questo modo nascono i “Vini Brigante”.
CIRO’ DOC ROSATO “MANYARÌ” Ottenuto da uve Gaglioppo poste su terreni collinari immersi nella tipica macchia dell’entroterra cirotano. Un rosato come da tradizione, fresco e dai profumi tipicamente mediterranei con piacevole finale fruttato. DENOMINAZIONE: CIRO’ DOC, Denominazione Origine Controllata . Gaglioppo 100% – Grad. alcolica: 12,5% Vol. – PH: 3,81 – Acidità’88 totale: 5,44 g/l.
CIRO’ DOC BIANCO “’PHEMINA” Da vigneti collinari dell’entroterra di Cirò che degradano verso la costa del Mar Ionio, un bianco da uve Greco in purezza, fresco, equilibrato e dal gusto armonico. DENOMINAZIONE: CIRO’ DOC, Denominazione Origine Controllata. Greco bianco 100% – Grad. alcolica: 12,5% Vol.
– PH: 3,60 – Acidità’88 totale: 5,52 g/l.
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