SCADENZE, TIPOLOGIE DI INTERVENTO, FINANZIAMENTI: COSA DEVE SAPERE CHI VUOLE PARTECIPARE ALLA SELEZIONE DELLE PROPOSTE.

L’Agenzia per la Coesione territoriale ha pubblicato le FAQ relative al Contratto Istituzionale di Sviluppo ‘Acqua bene comune’.

Nel documento, si ribadisce – tra le altre cose – che sarà possibile candidare i progetti al finanziamento del CIS fino al 15 settembre 2022, data dopo la quale inizierà il lavoro di istruttoria da parte della stessa Agenzia e di Invitalia. Dopodiché il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, di concerto con le Regioni interessate, completerà le valutazioni di merito, per arrivare infine alla sottoscrizione del CIS, fissata per l’1 dicembre 2022.

Proviamo a sintetizzare di seguito alcuni chiarimenti che possono risultare utili.

Chi può presentare i progetti da candidare al CIS Acqua?
Le autorità che possono presentare le proposte da valutare per l’eventuale finanziamento sono le amministrazioni centrali, le Regioni e Province autonome, l’ISPRA, il CREA, gli EGATO, i Gestori del Servio Idrico Integrato, le Autorità di distretto idrografico, i Consorzi di bonifica, il Commissario unico di Governo per le procedure di infrazione, i Commissari ZES, gli Enti Locali.

Come si presentano i progetti?
Per candidare un progetto, occorre inviare entro il 15 settembre 2022 il format presente a questo link, debitamente compilato, all’indirizzo e-mail cisacqua@invitalia.it. Allo stesso indirizzo è possibile richiedere informazioni sulla compilazione della scheda, in merito alla quale è inoltre possibile consultare l’apposita guida.

Quali tipi di intervento si possono candidare?
I progetti devono essere coerenti con gli obiettivi previsti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, nell’area tematica ‘Ambiente e risorse naturali’, con particolare riguardo al settore delle risorse idriche. In particolare, ci si riferisce al seguente elenco (non esaustivo) di tipologie di intervento.

  • Captazione e accumulo: interventi di potenziamento (nuovi invasi e manutenzione straordinaria di quelli esistenti) al fine di aumentare la capacità di accumulo e stoccaggio della risorsa idrica.
  • Potabilizzazione: trattamento delle acque per renderle utilizzabili per usi civili e industriali; dissalatori per rendere l’acqua marina utilizzabile per fini civili, industriali, agricoli.
  • Trasporto e distribuzione: interventi di potenziamento, manutenzione straordinaria e sostituzione degli schemi idrici e delle reti idriche urbane con l’obiettivo di migliorare il servizio e ridurre le perdite di rete.
  • Fognatura: interventi di estensione o ammodernamento delle reti fognanti.
  • Depurazione: costruzione e potenziamento di impianti di trattamento dei reflui.
  • Riutilizzo e restituzione all’ambiente: interventi per un corretto uso, improntati al risparmio, riutilizzo, gestione e restituzione al territorio e alla collettività delle acque.
  • Monitoraggio: implementazione, anche attraverso l’acquisto di apposita strumentazione, di reti di monitoraggio delle infrastrutture idriche e degli acquiferi e delle sorgenti, al fine di incrementare la conoscenza del sistema idrogeologico e definire sistemi di controllo ed early warning dello stato quantitativo dei corpi idrici; “interventi attivi” di controllo e monitoraggio costante dei deflussi minimi vitali, anche attraverso l’impiego di piattaforme cloud GIS-centriche.

Quali saranno i criteri di valutazione delle proposte?
Le proposte saranno esaminate tenendo conto dei seguenti criteri: coerenza con la pianificazione di settore; complementarietà e integrazione rispetto ad altri investimenti già finanziati, in corso di realizzazione o già realizzati, ad esempio attraverso il PNRR; cantierabilità (tempi stimati per l’effettivo avvio dei lavori); strategicità, ossio il contributo dell’intervento a elementi come la riduzione della desertificazione, la gestione delle crisi in caso di assenza della risorsa idrica, l’ampiezza del bacino di utenza e popolazione servita, la riduzione del water divide, ecc.; la significatività economica, non potrà essere inferiore al milione di euro.

Si possono proporre progetti che hanno anche altre coperture finanziarie?
I progetti da candidare non devono avere già assegnata alcuna copertura finanziaria pubblica dei fondi per la coesione. Quindi, se sono finanziati dal CIS, non potranno essere inseriti nella programmazione 2021-2027, a meno che non si proceda per lotti funzionali e ciascun lotto abbia un’unica fonte finanziaria.

Un solo intervento può comprendere più ambiti?
Sì, se sono funzionalmente connessi.

È possibile presentare più proposte relative allo stesso ambito di intervento?
Sì, purché ciascun progetto (o lotto funzionale autonomo) venga presentato attraverso l’apposita scheda.

Si potrà aggiornare l’importo, in caso di aggiornamento dei prezzi su un progetto esecutivo?
Si può presentare la scheda del progetto esecutivo con l’importo validato ed eventualmente aggiornarlo successivamente con il nuovo prezzario. Ma se eventuali maggiori importi non troveranno copertura nell’ambito del CIS, il soggetto beneficiario dovrà far fronte alla quota di importo eccedente con ulteriori fonti di finanziamento e/o risorse proprie.

Con quali interventi del PNRR il CIS ‘Acqua bene comune’ agisce in complementarietà?
Si tratta dei seguenti investimenti:

  • Infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico (2 miliardi di euro, titolarità MIMS);
  • Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (900 milioni di euro, titolarità MiTE);
  • Resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (880 milioni di euro, titolarità MIPAAF);
  • Fognatura e depurazione (600 milioni di euro, titolarità MiTE);
  • Isole verdi (per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, importo totale 200 milioni di euro, titolarità MiTE).

 

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