di Giovanni Loche

 

REALIZZATO DAL GRUPPO OPERATIVO CHE PRENDE IL NOME DALL’ACRONIMO COLPIA PRONUITRA (COLTIVAZIONE DI PIANTE AD ELEVATO VALORE AGGIUNTO PER LA PRODUZIONE DI NUTRACEUTICI) E COSTITUITO DAL CAPOFILA AGRICAMPUS, DALL’UNIVERSITÀ FEDERICO II – DIPARTIMENTO DI CHIMICA, DALL’AZIENDA AGRICOLA CONTRADA E DALL’ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA UNIMPRESA IRPINIA-SANNIO.

Il progetto che si avvale del supporto del PSR Campania Misura 16, si pone come obiettivo principale “quello di aiutare gli imprenditori nella scelta delle piante officinali più opportune e redditizie da coltivare e ottimizzare sotto l’aspetto agronomico, pedoclimatico e commerciale, la coltivazione e produzione di piante officinali nonché ottimizzare le rese dei produttori – precisa il prof. Ignazio Catauro di Agricampus – altro proposito è quello di contribuire alla conservazione di un patrimonio culturale comprensivo di storia, usi, tradizioni che costituiscono un pool di risorse potenzialmente utilizzabili per molti scopi (alimentazione, medicina, cosmetica, manufatti, ecc.,) in grado di sostenere numerose attività di imprese ed aziende nei settori industriali, cosmetico-farmaceutici, manifatturieri ed agroalimentari” conclude il responsabile capofila.

In un incontro rivolto al mondo accademico e della ricerca, tenutosi ieri 6 giugno, presso il Dipartimento di Chimica nella sede di Monte Sant’Angelo a Napoli, è stato presentato il terzo step del piano di ricerca realizzato negli ultimi 18 mesi di lavoro dall’equipe del professore Daniele Naviglio, che ha visto impegnati tra gli altri, il dott. Alessandro Savastano e la dott.ssa Viviana Nebbioso.

Dopo i saluti del professore Luigi Paduano, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche, per i saluti e i ringraziamenti di rito, ha preso la parola il professore Daniele Naviglio, nella sua qualità di responsabile scientifico dell’importante progetto di ricerca e sperimentazione Colpia Pronutra.

Il professore Naviglio si è soffermato sui notevoli risultati raggiunti sino ad oggi “dall’attività congiunta agronomica in campo, svolta dall’azienda agricola, dalla sperimentazione attiva realizzata nei nostri laboratori e dall’attività di sperimentazione produttiva svolta dai tecnici di Agricampus”.

Un lavoro che ha visto concretamente realizzati alcuni prodotti di estremo interesse nutraceutico “che potranno vedere la luce, anche sugli scaffali di alcuni negozi specializzati – ha esordito il responsabile dell’azienda Agricampus – entro i prossimi 12-18 mesi, vista la loro particolare applicabilità in diversi campi, dall’alimentazione umana alla cosmetica e alla farmaceutica come veri e propri integratori”.

Ma il prodotto che più ha destato l’attenzione dei numerosi presenti è stata la presentazione di un “Energy Drink” rigorosamente a base di piante officinali prodotte nell’ambito del progetto Colpia Pronutra che potrebbe assumere in breve tempo un ruolo sostitutivo alle numerose bevande “artificiali” di questo genere che tanto sono ricercate dai giovani: “un prodotto come questo, realizzato con materie prime naturali, rigorosamente biologiche – ha sottolineato il dott. Savastano – rappresenta una valida alternativa ai tanti prodotti cosiddetti energizzanti che al contrario utilizzano componenti di sintesi decisamente non proprio salutari”.

 

La dott.ssa Viviana Nebbioso si è soffermata sulle fasi del processo di produzione e lavorazione delle piante: “le attività proposte prevedono l’impiego delle piante officinali in un processo di estrazione a basse temperature e senza l’ausilio di solventi chimici inquinanti, utilizzando un processo produttivo rapido, efficace, economico ed ecologico, basato sull’utilizzo del Naviglio estrattore. Tale tecnologia innovativa consente l’estrazione in tempi brevi di matrici solide contenenti sostanze estraibili in un solvente prevalentemente acquoso, rispetto ad altre tecniche estrattive attualmente esistenti”.

Nell’incontro il professore Naviglio ha precisato che: “L’attività di trasformazione viene svolta utilizzando il materiale proveniente dalle coltivazioni. Riguardo la metodologia di indagine, viene effettuata l’individuazione dei siti sulla base dei dati pedoclimatici, altimetrici, economici. Rilievi per la caratterizzazione chimico-fisica del suolo e delle acque. Per ciascuna specie vengono effettuati rilievi per il monitoraggio del ciclo biologico, tempo balsamico, presenza di parassiti e misure biometriche nonché rilievi per la determinazione delle produzioni”.

Nel suo intervento il responsabile di Agricampus ha voluto evidenziare come “Le piante coltivate sono sottoposte ad un ciclo di essiccamento con aria ventilata e calda al fine di ridurre l’umidità in esse contenuta in modo da stabilizzare il prodotto sotto forma di materiale secco e di poterlo impiegare nel tempo. Il prodotto secco viene sottoposto ad estrazione (sia intero che frantumato a “taglio tisana” con diversi liquidi usati nel settore alimentare come l’acqua e l’alcol etilico, che sono anche i solventi impiegati nella tradizione erboristica”.

 

Sull’aspetto più strettamente chimico-fisico si è soffermato il responsabile scientifico, prof. Naviglio. “Gli estratti ottenuti sono sottoposti ad analisi chimiche che ne consentiranno la caratterizzazione in termini di stabilità e contenuto di sostanze bioattive. Il residuo secco degli estratti fornirà il contenuto del fitocomplesso per litro di estratto prodotto, mentre analisi più dettagliate come la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC), la gascromatografia (GC) e la spettrofotometria UV-Vis consentono di caratterizzare sia l’estratto liquido che il residuo secco in termini di composti bioattivi”.

Da quanto ascoltato e visto, in conclusione: “Colpia Pronutra potrebbe  – sostiene il responsabile di Unimpresa Irpinia-Sannio Nicola Zotti – realmente avere ricadute positive sulla redditività aziendale e potrà, contribuire a ridurre il fenomeno di abbandono dei suoli meno produttivi e/o al riutilizzo di aree agricole già abbandonate per scarsa produttività delle colture tradizionali. Il numero di aziende “informate” del Progetto “COLPIA PRONUTRA” sono in generale tutte le aziende agricole presenti in Campania, nonché quelle presenti nell’Avellinese e nelle aree interne appenniniche in particolare, attraverso l’attività di informazione e divulgazione”.

 

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