ALLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE A PALAZZO MONTECITORIO ILLUSTRATI I CONTENUTI DEL FORMAT E CHIESTO UN INTERVENTO PER PERDITA POSTI LAVORO E AUMENTO COSTI MATERIE PRIME.
Presentata questa mattina, alla sala stampa della Camera dei Deputati del Parlamento italiano, la decima edizione del Pizza Village Napoli in programma dal 17 al 26 giugno sul lungomare partenopeo. Gli organizzatori, prima dell’incontro con i giornalisti, sono stati ricevuti dal Presidente della Camera Roberto Fico che ha sottolineato l’importanza di questa manifestazione e soprattutto la valenza del format per la promozione del made in Italy all’estero.
Durante la presentazione dell’appuntamento del Pizza Village gli organizzatori, Alessandro Marinacci e Claudio Sebillo di Oramata Grandi Eventi, alla presenza del Segretario di Presidenza, onorevole Alessandro Amitrano, hanno evidenziato il percorso di internazionalizzazione della manifestazione anche attraverso la collaborazione con le compagnie aeree internazionali United Airlines e FlyDubai e, in via di definizione, con Turkish Airlines con il preciso obiettivo di creare le opportune premesse all’esportazione del format sia in Italia sia all’estero.
“Siamo felici di poter riprendere un percorso interrotto – hanno sostenuto gli organizzatori – e la volontà di valorizzazione del nostro progetto espressa dal presidente Fico è sicuramente incoraggiante. Riteniamo l’evento Pizza Village anche un momento di riflessione e di analisi per l’intera filiera – ha sostenuto Claudio Sebillo – e siamo preoccupati per alcuni aspetti occupazionali e per l’aumento esponenziale delle materie prime come farina, pomodoro, olio e prodotti lattiero-caseari come sottolineato da Coldiretti. Chiediamo interventi fiscali e di formazione per le figure lavorative dell’intero comparto”.
In occasione dell’incontro sono stati presentati i dati del CNA sul settore. Si registra una contrazione del – 4,3%, dal 2019 a dicembre 2021, del numero delle attività commerciali che producono e vendono pizza, ma la percentuale crescerà in maniera esponenziale a causa della crisi economica conseguente la guerra in Ucraina. Lo studio del CNA – secondo il responsabile nazionale del settore agroalimentare, Gabriele Rotini – evidenzia, infatti, che nel periodo pandemico molti esercizi si sono rimodulati nella modalità asporto, riducendo spazi, personale e costi, ma che oggi, causa aumento di materie prime alimentari, energia, trasporto e imballaggi, rischiano di chiudere. I numeri parlano di un 16% che, sommati al 4.3%, supera il 20% che, nel settore occupazionale, significa perdere quasi 100mila posti di lavoro.
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