Intervista a Franco Melidoni, l’interprete di “Peppeniello” nel film “Miseria e Nobiltà” del 1954 con Totò e Sophia Loren
di Vincenzo Domenico Panella
Franco Melidoni. Questo nome ai più giovani parrà seriamente sconosciuto e, forse, molte delle persone di una certa età non ricorderanno a quale personaggio sia da abbinare.
Ebbene Franco Melidoni, che oggi è un uomo di una certa età, essendo nato a Napoli il 4 marzo 1946 in una famiglia di attori, nel 1954 venne scelto dal regista Mario Mattoli per recitare nel film “Miseria e nobiltà”, nel quale fu “Peppeniello”, figlio dei personaggi interpretati da Totò e dalla zia Giulia Melidoni. Ricorderete la famosa frase detta dal fanciullo “Vicienzo m’è pate a me”.
Dopo questo successo, la famiglia fu contattata da Vittorio De Sica proponendo che il ragazzo recitasse in “Napoli milionaria” e “L’oro di Napoli”, ma i suoi genitori rifiutarono per consentire al proprio figliuolo che continuasse gli studi.
Ma non si è poi tanto allontanato da quel mondo, infatti ha avuto esperienze nell’industria cinematografica come segretario di produzione di alcuni “musicarelli”, figurando in uno di essi, “Non stuzzicate la zanzara” con Rita Pavone.
La sua attività lavorativa è stata espletata presso l’Aeroporto di Napoli, dopo della quale ha svolto una esperienza nel teatro dialettale napoletano, insegnando per un breve periodo anche in scuole di recitazione, soprattutto ai bambini.
E noi che abbiamo avuto il piacere di conoscerlo “di persona personalmente”, come dice il personaggio di Catarella nei romanzi e sceneggiati del Commissario Montalbano di Andrea Camilleri, siamo lieti di proporvi una intervista con il nostro “Peppeniello” fatto uomo.
Domanda:
- Sono oramai trascorsi 67 anni dalla programmazione del film “Miseria e Nobiltà”, in cui lei, all’età di 8 anni, impersonava “Peppeniello”, il ragazzino figlio di “Felice Sciosciammocca”, alias Totò. Per i nostri lettori che, magari, conoscono il film per averlo visto più volte nelle sale ed in televisione e conoscono a memoria la storia e la vita dei personaggi famosi quali, appunto Totò e la Loren, ma che invece non conoscono la storia dei personaggi minori, quali appunto “Peppeniello”, le chiediamo come è avvenuto che lei fosse scelto per la interpretazione di quel ragazzo.
Risposta:
- Durante le vacanze di Natale 1953 mi ero recato con mia madre a trovare mio padre che era impegnato a Milano con lo spettacolo “Funiculi Funiculà”. In quei giorni era sul posto anche l’aiuto regista di Mario Mattoli che era venuto a concordare con Dolores Palumbo ed Enzo Turco la loro andata a Roma per le riprese. Vide il bambino che si tratteneva e correva dietro le quinte ed invitò mia madre a farmi partecipare al provino che si sarebbe tenuto subito dopo capodanno presso gli stabilimenti Ponti De Laurentiis a Roma. Fui scelto.
Domanda:
- Data la sua giovane età quando ha partecipato al film certamente non è rimasto impressionato dalla presenza e di avere accanto attori di quella levatura internazionali come Totò e la Loren, ma in effetti quali sono i suoi ricordi di quegli attori ed in particolar modo il loro comportamento come attori e, principalmente, come persone nei confronti di quel ragazzino che gironzolava sul palco.
Risposta
- Avendo attori in famiglia a cominciare da mio nonno fino a mia zia Giulia, che nel film interpreta la mia vera madre, a mio padre e mia madre, vedevo tutti come personaggi familiari che si comportavano con affetto nei miei riguardi.
Domanda:
- In tutti questi anni e magari dopo la morte di Totò, lei sarà stato ospite di spettacoli e trasmissioni radiofoniche e televisive, o anche di semplici eventi culturali come una Mostra Pittorica sul grande Totò durante la quale ci siamo conosciuti, ci dica, cosa le veniva chiesto in primis per ricordare il grande Totò con cui lei ha lavorato e cosa chiedevano a lei in merito alla sua partecipazione al film.
Risposta:
- Sono stato ospite e continuo a ricevere ancora inviti a convegni ed a trasmissioni TV nazionale ed emittenti locali ed in riferimento al Principe lo vedevo come un nonno molto affettuoso. Le interviste alla fine sono quasi sempre eguali, proponendo domande simili alle quali si danno risposte simili, un po’ come queste da voi proposte.
Domanda:
- Ricorda qualche evento o aneddoto particolare che lo ha colpito durante la lavorazione del film.
Risposta:
- Di eventi e aneddoti ne avrei tanti. Ne cito solo un paio. Poiché non riuscivo a piangere ricordo ancora il forte schiaffo che mi diede la Palumbo che mi fece scendere lacrime vere. Poi la scena dell’arrivo del cuoco che porta la pasta e Totò che salta sul tavolo per prendere gli spaghetti mettendoseli anche nelle tasche della giacca sporcandosi tutto, cosa che fece arrabbiare tanto la sarta di scena.
Domanda:
- Dopo quel film ha più partecipato ad ulteriori film o commedie con gli stessi attori o con attori diversi.
Risposta:
- Dopo quel film fui chiamato da De Sica per il bambino del film “L‘oro di Napoli”. Superai il provino, ma mia madre non acconsenti dando la precedenza agli studi e bloccando così una eventuale carriera artistica.
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