Cives – Laboratorio di formazione al bene comune ha organizzato nella serata di ieri l’undicesima videoconferenza nell’ambito del ciclo di iniziative Cives in Dialogo, sul tema: “Marketing territoriale e rilancio della città: l’effetto del Benevento Calcio in Serie A”.
Il dialogo, introdotto da Ettore Rossi, coordinatore di Cives, ha ospitato la relazione di Giovanni Lombardo, docente universitario di Metodi e tecniche per l’analisi dei dati e promotore dello Spin Off Sigma NL dell’Università di Genova. Con lui ha dialogato con Pasquale Lampugnale, presidente Piccola Industria di Confindustria Campania. Le conclusioni sono state tenute da Paolo Rizzi, direttore del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica e direttore scientifico di Cives.
“L’attività sportiva professionistica, e in maniera particolare il calcio, ha in sé grandi risvolti di carattere sociale, culturale ed economico” ha esordito Ettore Rossi. “Sul piano locale il fatto che il Benevento calcio sia riuscito a conquistare la serie A è davvero un fenomeno che ha fatto molto parlare a livello nazionale, avendo un impatto positivo sulla nostra città e su tutto il Sannio. Il calcio crea valore sociale nella e con la comunità, con benefici tangibili collegati all’indotto economico ma anche al benessere psico-sociale di tutti i cittadini. Il valore che una squadra di serie A genera su una città è legato anche alla campagna di marketing che si genera per tutto il territorio, peraltro a costo zero per le istituzioni. Davvero ci sono vantaggi individuali e sociali interessanti legati, da ultimo, anche alla creazione di identità di un intero territorio”.
In seguito, Giovanni Lombardo ha affermato: “In premessa è bene affermare che non è semplice valutare gli effetti di una squadra professionistica di calcio su una città, il tentativo è di provare a stimare l’indotto che si è generato rispetto ad un’iniziativa sia sotto il profilo economico che sotto il profilo psico-sociale. Abbiamo provato a fare ciò con il caso studio della Virtus Entella, la principale squadra di Chiavari, che, approdando in serie B, ha permesso di effettuare una serie di studi e di valutazioni di impatto sociale sul territorio di riferimento. In quel caso la stima dell’impatto sul territorio era pari a tre ovvero per ogni euro investito sul territorio se ne ottenevano tre. Tale impatto viene stimato partendo dall’analisi del territorio e dunque dagli stakeholders presenti: sia interni, che possono essere legati direttamente alla squadra oggetto dello studio e al suo settore giovanile, sia esterni legati alle istituzioni locali, agli esercenti, ai tifosi, agli enti no profit e quant’altro. Il principale oggetto di studio è la teoria del cambiamento per capire cosa succede grazie alla presenza della squadra di calcio, ovvero cosa si produce nel legame tra input, output e outcome, evidenziando il rapporto tra attività svolte e cambiamenti generati, tenendo conto del movimento che genera la locale squadra di calcio come motore di questo cambiamento. Pensiamo per esempio a tutte le volte che il Benevento Calcio passa su una pagina di un giornale nazionale o in un servizio televisivo e al costo equivalente che il Comune dovrebbe sostenere per una campagna promozionale del territorio. In senso più ampio ci vuole un piano strategico che consenta anche di intercettare le risorse europee. Ma è necessario fare sistema tra tutte le istituzioni e gli altri attori locali. Sicuramente il momento è adesso, tenendo presente che è importante inserire le valutazioni di impatto sociale”.
Pasquale Lampugnale ha aggiunto: “Proprio nei giorni scorsi si è festeggiato il quindicesimo anniversario della gestione Vigorito del Benevento Calcio. Quello che mi colpiva è il progetto imprenditoriale che la famiglia Vigorito ha avviato in questa città nel 2006, avendo chiara già l’idea di portare la squadra in alto nel mondo del calcio. Se ciò ha avuto successo è perché in un progetto del genere non basta avere risorse economiche ma serve anche visione e progettualità. Il tema che trattiamo oggi mi fa pensare in maniera particolare al tema del turismo come asset che il territorio dovrebbe sviluppare nel corso del tempo anche perché la permanenza del Benevento calcio in serie B e in serie A ha permesso di portare il nome della città fuori dai consueti circuiti. Il settore turistico vale circa il 10% del PIL nazionale ma come Sannio registriamo percentuali non all’altezza di questi numeri. Questo perché spesso i nostri attrattori turistici non sono sistematizzati come un’impresa e non trovano una regia unica per promuovere il territorio. Emerge che il Sannio ha una vocazione turistica ancora inespressa, complice anche una debolezza di pensiero strategico. Dovremmo dunque, parallelamente a quanto fa il Benevento Calcio, valorizzare ancora di più la presenza della squadra di calcio nella massima serie che equivale ad una campagna di marketing fortissima per tutta la nostra provincia, facendo sistema nella valorizzazione, in chiave turistica, dei tanti attrattori diffusi sul territorio”.
Paolo Rizzi, in conclusione, ha detto: “L’impatto sociale è fondamentale in ogni valutazione delle progettualità. Nel caso del Benevento Calcio mi colpisce l’impatto sul benessere dei cittadini. Questo è un aspetto che sembra sempre un po’ messo da parte. Così come accresce l’autostima e il senso di appartenenza nei cittadini. Abbiamo bisogno in tal senso anche di un impegno del mondo imprenditoriale che deve aiutare nell’elaborazione e nella verifica del piano strategico per la città. Questo piano, però, non dobbiamo solo scriverlo ma poi realizzarlo. Oltretutto, noi sappiamo che il branding di un territorio è basato su almeno tre aspetti: le persone che hanno fatto e fanno la storia del luogo, i monumenti e gli eventi. Rispetto a questi ultimi, le attività calcistiche hanno una visibilità grandissima, ispirando grande simpatia verso la città”.
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