Nella giornata di ieri, CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune, nell’ambito del ciclo di iniziative Cives in dialogo, ha proposto un confronto in videoconferenza sul tema: “Piazza dei Mestieri di Torino: un modello dall’apprendimento al lavoro”.
I lavori sono stati introdotti da Ettore Rossi, Coordinatore di CIVES. Hanno dialogato con il relatore Mauro Battuello di Piazza dei Mestieri di Torino: Michele Farese, Presidente Ente di Formazione CFP; Simone Razzano, Animatore di comunità Progetto Policoro – Diocesi di Benevento e Antonio Follo, Coordinatore FeLSA-CISL Irpinia Sannio.
“Il nostro paese – ha esordito Ettore Rossi – purtroppo ha il triste primato dei giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. In questo quadro il sud ha una percentuale doppia di quella del nord. Questo dato ci racconta una condizione di disagio che molti giovani vivono nonostante essi stessi abbiano le energie per creare un mondo più rispondente alle proprie necessità. Ma condizioni di disuguaglianza purtroppo frenano queste energie.
Anche nei nostri territori molti ragazzi rischiano di essere fuori dai radar e vanno create le condizioni per aggregarli: Piazza dei Mestieri credo sia una delle più belle esperienze che ci siano in Italia per intercettare i ragazzi e offrire loro una proposta di apprendimento.
Dobbiamo restituire fiducia a questi ragazzi con un ponte tra educazione, formazione ed inserimento lavorativo. Sentiamo l’urgenza quasi storica di essere soggetti attivi sul versante della valorizzazione di quella parte della comunità che ci proietta nel domani”.
Mauro Battuello, intervenendo in seguito, ha affermato: “Piazza dei Mestieri è nata nel 2004 a Torino già da una attività di formazione professionale che si è arricchita di un’intuizione legata al fatto che molti dei ragazzi che vedevamo, dopo aver terminato il loro percorso di formazione, non avevano tenuta nel lavoro. Questo innanzitutto perché non comprendevano le dinamiche di quel mondo. Da quel momento ci dicemmo che il mondo del lavoro doveva entrare fortemente nel mondo della scuola: la prima cosa fondamentale di Piazza dei Mestieri è stata la forte alleanza tra formazione ed educazione Poi abbiamo scelto di insediare delle attività produttive nello stesso stabile della scuola.
“La nostra mission – ha continuato – è innanzitutto valorizzare i talenti, perché anche i ragazzi che hanno abbandonato la scuola nei possiedono tanti; accanto a questo riteniamo fondamentale educare alla bellezza come molla per innescare la voglia di tirare fuori il meglio di sé. Allo stesso modo ci poniamo il tema di innovare la formazione professionale educando, al contempo, al lavoro, facendolo sperimentare direttamente. Ma un punto fondamentale della nostra esperienza risiede nella consapevolezza che ogni ragazzo è unico, per cui anche il percorso è individualizzato”.
“Per noi è fondamentale attivare delle collaborazioni e delle reti che traducono le metodologie che abbiamo imparato anche in altri contesti. A tal proposito è bene sottolineare che Piazza dei Mestieri non nasce senza una concordia nel territorio: una concordia da parte delle Istituzioni, delle imprese e delle persone che vivono la città” ha concluso Battuello.
“Piazza dei Mestieri è un bellissimo progetto spinto dal clima che si può respirare in una realtà come Torino” ha aggiunto Michele Farese “Nel nostro territorio abbiamo una cultura diversa in cui non sempre riusciamo a centrare l’obiettivo dell’occupazione: questo innanzitutto perché la capacità di assumere della Campania è diversa da quella del Piemonte ma poi anche perché qui esiste un forte gap strutturale. Dovremmo provare a adattare il modello di Piazza dei Mestieri di Torino su una realtà come la nostra, adeguandola alle nostre peculiarità”.
Antonio Follo ha aggiunto: “L’esperienza di Piazza dei Mestieri è estremamente interessante a partire dal fatto che nasce da una situazione di concordia degli attori del territorio, una sorta di alleanza degli interessi. Credo che uno dei punti di forza sia la capacità di legare l’offerta formativa ad un’analisi vera dei fabbisogni, insieme a questo emerge la necessità di un’offerta qualitativa della formazione. Oggi stabilire questa alleanza degli interessi, come fatto a Torino, potrebbe essere una carta vincente”.
“Quello che colpisce dell’esperienza di Piazza dei Mestieri – ha aggiunto Simone Razzano – è la capacità di aver costruito un ecosistema dove non solo si incontrano domanda ed offerta, formazione e lavoro, produzione e competenza ma si incontra anche una comunità, nello spirito vero della piazza. L’esperienza di Piazza dei Mestieri può essere replicata evitando iniziative spot che non riescano ad essere generative per un territorio ma anzi creano buchi nell’acqua e sperpero di risorse”.
In conclusione, riprendendo la parola, Battuello ha affermato “il modello Piazza dei Mestieri si può replicare adattandolo alle esigenze dei territori. Siamo disponibili a collaborare anche con Benevento così come con tutti, partendo dall’idea di far crescere quello che c’è”.
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