Nonostante in queste ore si dia per cosa fatta la realizzazione degli impianti di trattamento dei reflui urbani, purtroppo ancora non è così. Infatti il Commissario Straordinario Unico per la Depurazione di nomina governativa, al momento ha solo espletato la gara per affidare la progettazione dei 4 depuratori da farsi a Benevento, ma i progettisti prima di redigere il progetto definitivo dovranno fare i conti con le maldestre individuazioni dei siti di Sant’Angelo a Piesco e di S. Clementina dove si dovrebbero realizzare due dei quattro depuratori.
Le problematiche legate a questi luoghi sono molteplici: da quelle archeologiche a quelle paesaggistiche, da quelle idro-geologiche a quelle urbanistiche sino addirittura ad errori nella progettazione preliminare che hanno portato ad ubicare uno dei depuratori su un’abitazione. Tutti aspetti che ritarderanno ancora la progettazione e conseguentemente la realizzazione degli impianti.
Le associazioni, che da anni si stanno occupando del problema della depurazione, formulando fondate osservazioni e proponendo varie soluzioni alternative per realizzare al più presto un impianto necessario alla città ed ai suoi fiumi, denunciano le modalità operative dell’Amministrazione. Infatti la scelta finale dei siti dove costruire i depuratori è stata comunicata alla Cittadinanza a mezzo stampa, soltanto dopo l’invio della documentazione tecnica all’ex Commissario prof. Rolle, senza alcun incontro consultivo con le scriventi Associazioni. Il tutto in spregio alle necessarie misure di salvaguardia e valorizzazione dei luoghi in questione, in armonia con la loro vocazione ambientale, storica e culturale, faticosamente avviati da altri Enti Pubblici, dalle sottoscritte Associazioni e, nel passato, dalla stessa Amministrazione Comunale.
Pertanto le scriventi Associazioni concordano sulla necessità ed urgenza della depurazione delle acque reflue urbane, ma ciò non può e non deve avvenire in sfregio dei luoghi. Si dichiarano sempre pronte ad un confronto operativo e collaborativo che porti nell’arco di poco tempo ad individuare tecnologie e siti idonei, che pure esistono, dove realizzare tali strutture.
Di seguito indichiamo in dettaglio per ciascun sito le criticità rilevate.
Località S. ANGELO A PIESCO
Per quanto riguarda l’impianto previsto a contrada Sant’Angelo a Piesco, l’impianto principale e per questo il più grande (per 35.000 ab.), la scelta della Gesesa e quindi dell’Amministrazione comunale è ricaduta su un’ansa fluviale che è parte integrante dell’Oasi di Protezione della Fauna “Zone Umide Beneventane”, istituita dalla Provincia di Benevento, quindi inserita nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale, affidata alla LIPU e che ospita altresì un esteso bosco igrofilo planiziale, il più grande di tutto il corso del fiume Calore.
L’area rientra nel Corridoio Ecologico Regionale, come già indicato nel Piano Territoriale Regionale (PTR) e confermato nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) e nel Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Benevento.
Confina con la pista ciclo-pedonale “Paesaggi sanniti” realizzata dalla Provincia di Benevento, frequentata da passeggiatori e sportivi, annessa nel tracciato di monte della “Via Francigena nel Sud”, nonché nel Percorso Ciclo-Turistico Europeo “Euro-Velo5”.
E’ un’area naturalistica, di pregio paesaggistico e a vocazione agricola e ricreativa, miracolosamente rimasta integra, con grandi potenzialità turistiche e socio-educative, inadatta ad accogliere un impianto fortemente impattante dal punto di vista urbanistico e logistico, qual è il suddetto depuratore.
L’area individuata dalla Gesesa per conto del Comune dove ubicare il depuratore, si trova in una piana alluvionale del Calore investita in buona parte dalla piena dell’ottobre del 2015, alluvione che per portata d’acqua risulterebbe essere stata meno consistente di quella del 1949.
Lungo il versante collinare sovrastante che va da c.da Pantano a c.da Sant’Angelo a Piesco, investendo quindi anche un ampio tratto del collettore fognario di adduzione al depuratore in progetto e ancora da realizzare per il tratto dopo Pantano, sono in atto movimenti franosi, già conosciuti dai tecnici della rete ferroviaria e tuttora evidenti.
Da ultimo si fa rilevare che nell’ansa di S. Angelo a Piesco insistono tre fabbricati di civile abitazione, oltre ad un altro a ridosso dell’ex linea ferroviaria, oggi pista ciclopedonale, che sono stati sottovalutati nello studio effettuato dalla Gesesa. Infatti le ipotesi progettuali preliminari prevedono prima un’improbabile ubicazione tra il fiume Calore e due di questi edifici, poi in una cartografia più dettagliata il depuratore è stato addirittura sovrapposto all’edificio residenziale più meridionale. Il tutto fa comprendere come il progetto preliminare sia in contrasto anche con la normativa sulle distanze dai fabbricati esistenti.
Località S. CLEMENTINA
Un altro sito prescelto dall’Amministrazione Comunale è quello di Santa Clementina, un’area archeologica prospiciente l’Antica Via Appia, candidata ai Beni UNESCO.
Nel progetto esecutivo dell’Appia Regina Viarum, elaborato e finanziato dal MIBACT (Ministero Beni Archeologici, Culturali e del Turismo), sono previste nuove importanti ricognizioni archeologiche nell’area di S. Clementina.
L’Antica Via Appia beneventana è da anni oggetto di scavi e studi archeologici, curati dall’Università di Salerno e dalla competente Soprintendenza BAPSAE (Beni Architettonici Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici), finalizzati alla ricostruzione del tracciato in ingresso ed in uscita dalla città e in altre zone urbane limitrofe.
Il Comune di Benevento ha chiesto ed ottenuto, a tal riguardo, di farsi Città Capofila nella candidatura UNESCO dell’Antica Via Appia, salvo poi decidere, autonomamente, di allocarvi un depuratore.
Il Comitato di Quartiere S. Clementina e altre Associazioni hanno espresso la loro totale disapprovazione in merito a tale collocazione dell’impianto di depurazione, in quanto in netto contrasto con il progetto del costituendo Parco dell’Antica Via Appia.
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