Prima pagina
“La fragilità delle nostre banche dati pubbliche e private, emersa con l’inchiesta di Milano e altre recenti vicende, espone l’Italia a un rischio gravissimo e inaccettabile. Il nostro Paese non può permettersi di restare indietro nella protezione dei dati personali e delle informazioni strategiche di cittadini e imprese. I dati non sono solo un insieme di informazioni, ma rappresentano un bene prezioso per la nostra economia e il nostro tessuto produttivo, un patrimonio da salvaguardare con la stessa determinazione con cui tuteliamo il Made in Italy nel mondo”.
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando le ultime inchieste e vicende riportate dalla cronaca. “La protezione dei dati personali e aziendali è, oggi più che mai, una questione cruciale per la sicurezza economica dell’Italia. Non stiamo parlando soltanto di tutelare la privacy dei cittadini, come spesso si tende a banalizzare il tema, ma di proteggere uno degli asset strategici su cui si fonda il nostro futuro. Le informazioni che transitano nei sistemi informatici italiani, dai dati finanziari delle aziende fino alle informazioni riservate sul know-how tecnologico e industriale, sono alla base della nostra competitività e della nostra identità economica” osserva Ferrara.
Secondo il presidente di Unimpresa “nell’era della digitalizzazione, i dati rappresentino una leva fondamentale non solo per il mondo imprenditoriale, ma anche per la sicurezza nazionale. In un contesto internazionale caratterizzato da una crescente aggressività degli attacchi hacker e da un intensificarsi delle pratiche di spionaggio industriale, garantire la sicurezza dei dati equivale a proteggere l’integrità del nostro sistema economico e produttivo. Ogni accesso abusivo alle nostre banche dati, sia esso compiuto da personale infedele o da organizzazioni criminali estere, costituisce una minaccia diretta alla stabilità del Paese. Accogliamo positivamente le linee guida che entreranno in vigore a novembre e l’aumento delle…
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A proclamarla, ieri 31 ottobre, è stato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nel corso della cerimonia che si è svolta oggi a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla quale sono intervenuti il Direttore generale Creatività Contemporanea, Angelo Piero Cappello, e la Presidente della Giuria, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
La cerimonia si è svolta alla presenza dei rappresentanti delle cinque città finaliste: Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.
Queste le motivazioni della scelta della giuria, maturata al termine della procedura di selezione condotta in piena autonomia dai componenti: “La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare…