Prima pagina
New Delhi brucia d’entusiasmo: un voto unanime incorona “Italian cooking, between sustainability and biocultural diversity” come tesoro immateriale globale, premiando biodiversità, nonne custodi e rituali che uniscono tavole da Napoli a Milano contro l’omologazione mondiale.
Nella maestosa Red Fort di New Delhi, sotto lo sguardo attonito di delegati da 190 Paesi, la cucina italiana ha scritto una pagina immortale della storia culturale mondiale. Il Comitato Intergovernativo UNESCO ha iscritto all’unanimità “Italian cooking, between sustainability and biocultural diversity” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, rendendo l’Italia la prima nazione al mondo a vedere riconosciuta l’intera sua tradizione gastronomica come patrimonio universale. Non è solo un trionfo di pasta, pizza e parmigiano: è il riconoscimento di un ecosistema vivo che intreccia oltre 500 varietà di pasta, 400 formaggi e migliaia di cultivar autoctone con rituali familiari, cicli stagionali e saperi contadini tramandati oralmente da generazioni. Giornalisti internazionali da CNN a Straits Times hanno titolato “Nonna aveva ragione!”, catturando l’orgoglio di una diaspora di 80 milioni che da New York a Tokyo già brinda a questo primato.
Il cammino verso questo verdetto epico è stato un’odissea diplomatica durata anni, partita dal dossier depositato nel 2024 dai Ministeri della Cultura, Agricoltura e Affari Esteri, con il supporto di Accademia Italiana della Cucina, Fondazione Casa Artusi e La Cucina Italiana. Approvato tecnicamente a novembre con il primo “sì” UNESCO, il candidato italiano ha superato scetticismi su “autenticità” e “universalità”, affrontando concorrenti come la cucina messicana che temevano un effetto domino. Pierluigi Petrillo e Massimo Montanari, architetti del monumentale documento di 500 pagine, hanno dimostrato come la cucina italiana integri 19 elementi già protetti UNESCO – dal Provolone Valpadana alla Dieta Mediterranea – in un modello di biocultural diversity che contrasta cambiamenti climatici…
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In evidenza
Urso: “Made in Italy è cultura con l’uomo al centro, da Leonardo a Maranello” – Mostra CDP valorizza archivi Ferrari con sculture Pomodoro, aperta fino 14 gennaio 2026.
Roma, 10 dicembre 2025 – Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ospita l’inaugurazione di “Sguardi d’impresa. Mimmo Frassineti fotografa la Ferrari”, alla presenza del ministro Adolfo Urso e del presidente CDP Giovanni Gorno Tempini: esposizione dal progetto CDP che rivive il mondo Ferrari attraverso scatti industriali di Frassineti negli stabilimenti di Maranello, a 45 anni di distanza, arricchita dalla scultura “La Colonna del viaggiatore” (1966) di Arnaldo Pomodoro, emblema di viaggio e innovazione.
Urso ha esaltato: “Made in Italy non è solo produzione, ma cultura, stile con la persona al centro che unisce arte e scienza, identità e innovazione, come Leonardo da Vinci – questa mostra svela l’opera straordinaria Ferrari e il distretto Modena, eccellenza automotive”. Gorno Tempini ha aggiunto: “CDP da 175 anni cresce con l’Italia interpretando cambiamenti; arte sintetizza nostre attività, valorizzando cultura d’impresa e dialogo industria-arte-territori…






































